L’angioletto cattivo se lo portò via e mise al suo posto uno di gomma. Si sentiva che era di gomma, niente riusciva a tenerlo dritto.
Eravamo tutti rattristati, ma un bambino arrabbiato, che faceva sì che l’angioletto cattivo saltasse di felicità, perché odiava l’albero, pensò che fosse stupido e che non facesse punto felicità, ma in realtà la faceva, perché l’albero era speciale e molto tiepido. L’altro invece non era tiepido perché sentivamo che era di gomma. Allora abbiamo preso degli aerei prestati e siamo finalmente arrivati nella grande torre dell’angioletto cattivo:
—Ehi, angioletto, molla il nostro albero!
—No, perché è mio! Lo farò a pezzi!
—No, è importante! Dà felicità!
—Davvero?
—Sì!
E l’alberello stava dando felicità all’angioletto cattivo. Allora arrivò il bambino amareggiato, che credeva di essere un angioletto buono e che Dio gli doveva tanto amore, ma in realtà aveva torto perché credeva che l’arrabbiatura rende felici, quando in realtà dà solo tristezza e amarezza.
—Quest’albero non serve!
—Cosa?
—Non è buono per la vita. Ciò che faccio io dà felicità, questo albero non è mai servito, perciò Dio mi ha scelto come suo bambino preferito.
—Non è vero, ciò che tu fai è amarezza, tristezza per Dio e molto fastidio.
—E’ vero.
—Chi ha detto quello?
—Io, certo.
—Io non ho detto niente — disse l’angioletto cattivo.
—Allora chi?
—Io! L’albero! Il bambino crede di avere ragione, ma in realtà ha torto. Io sono bello, forte e amato, perciò posso vivere.
—Ma non dai felicità.
—Certo che ne do! Tutto ciò che io tocco lo rendo bello perché la felicità e l’amore tolgano via l’amarezza e la tristezza.
—Vediamo... toccami!
E l’albero toccò il bambino.
—E’ vero! Vi restituisco il vostro albero!
—Grazie, grazie!
—Bambini, mi dispiace — disse l’albero —, credo di avere una visita. Buon giorno, amico, a che cosa sei venuto?
—Sono venuto a dire qualcosa ai bambini: che continuino ad essere buoni; e al bambino maleducato: che non gli devo nulla, e che magari continui ad essere buono.
—Chi era? — chiesero i bambini.
—Era Dio!
L’angioletto cattivo disse all’albero:
—Ti pianterò là dov’eri prima perché continui a rendere felici tutti.
—Grazie angioletto cattivo!
—Non so cosa mi succede, sembra che mi stia dipingendo di bianco.
—Ciò è perché, grazie al tuo aiuto, diventerai un angioletto buono, con poteri naturali e ali molto belle.
—Grazie! Vado da Dio per fargliele vedere!
... E tutto perché l’albero l’aveva toccato con tutto il suo amore.
Andrea
Martínez Jiménez
11 agosto 2006
11 agosto 2006
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